di Vincenzo Vaccarella Abbazia reale di Hautecombe (Savoia, Rhône-Alps, Francia), funerali di S.M il Re Umberto II di Savoia, 24 marzo 1983. La morte è avvenuta a Ginevra alle 15:45 del 18 marzo 1983, in una clinica dove era stato trasferito pochi giorni prima da Londra. Questa repubblica non ha voluto trasmettere in diretta la telecronaca del funerale - disertato dalle autorità italiane e ripreso, tra i giornalisti italiani, soltanto da Enzo Tortora - e, dopo 2000 anni, ha chiuso il Pantheon di Roma per paura di una manifestazione monarchica. La cerimonia, alla quale presero parte circa 10.000 italiani arrivati da tutte le Regioni, è iniziata alle 16:00 quando ancora decine di pullman continuavano a portare persone che avevano affrontato viaggi estenuanti e che erano stati fermati a molti chilometri di distanza dall'Abbazia dai gendarmi francesi, nonostante la pioggia. Erano presenti, oltre a membri di casa Savoia: Juan Carlos I di Spagna e Sofia di Grecia, Baldovino e Fabiola del Belgio, Giovanni di Lussemburgo e Giuseppina Carlotta del Belgio, il Principe Ranieri di Monaco col figlio Alberto, il Duca di Kent in rappresentanza di Elisabetta II, i Principi Franz Josef II e Giorgina di Wilczek del Liechtenstein, gli ex Re di Bulgaria, Romania e Grecia (Simeone II, Michele I e Costantino II), i rappresentanti delle case d'Asburgo, Borbone, Baviera e di altre case già regnanti, un nunzio apostolico per la Santa Sede. I giocatori della Juventus portarono il segno del lutto al braccio nella partita del 20 Marzo e questa fu la sola manifestazione pubblica in Italia per ricordare la morte di Re Umberto II. Hautecombe, funerali di S.M. Re Umberto II di Savoia, 24 marzo 1983. Il Conte Vincenzo Vaccarella, membro della Giunta Nazionale dell’UMI e Vicesegretario Nazionale di Alleanza Monarchica (movimento fondato per dare continuità alla presenza monarchia in Italia nel 1972, dai settori del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica (PDIUM) contrari alla decisione assunta dal partito di confluire nel MSI Destra Nazionale) era giunto la mattina stessa del funerale con il treno Palatino da Roma ad Aix-le-Bain, in Savoia. A proposito di questo treno, si riporta uno stralcio di un articolo di Angelo Iacovella: Era un comodissimo treno che faceva poche fermate e il tempo era dedicato al riposo e alla conoscenza degli altri viaggiatori; poi la cena nel vagone-ristorante con piatti buoni, appena cucinati e con un menu da scegliere. Altro pezzo di storia che scompare. 1974: una riunione della Direzione centrale del Partito Liberale Italiano, corrente Rivoluzione Liberale di Piero Gobetti (Gobetti, saggista e simbolo del liberalismo progressista, nel Settembre del ‘24 fu aggredito sulle scale di casa da quattro squadristi che gli procurarono gravi ferite invalidanti; espatriò in Francia dove morì nel Febbraio 1926 a 24 anni). Senatore Manlio Brosio, da giovane collaboratore dei fratelli Gobetti, Ministro della Guerra nel primo governo De Gasperi, dal 10 Dicembre 1945 al 13 Luglio 1946, repubblicano, si trovò a gestire la delicata fase del referendum istituzionale. Dal ‘47 Ambasciatore a Mosca poi a Londra e a Parigi; venne designato dai governi dei paesi aderenti all'alleanza atlantica segretario generale della NATO e, come tale, presidente del Consiglio atlantico dal 10 Agosto 1964 al 1° Ottobre 1971. Accanto, il Conte Edgardo Sogno del Vallino, Ufficiale di Cavalleria del Regio Esercito, nel 1938 partì come volontario per la guerra di Spagna, dove ottenne una medaglia di bronzo al valore militare; monarchico, legato a Casa Savoia per educazione familiare e giuramento professionale, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943, raggiunse il governo del Re a Brindisi. Partigiano monarchico, fu Comandante della Brigata Franchi e Medaglia d’oro al valor militare; dal 1958 svolse il proprio servizio diplomatico a Buenos Aires, Parigi, Londra (dove fu il membro italiano del Planning and coordination group della NATO), Filadelfia e Washington. Fu infine ambasciatore d’Italia in Birmania dal 1967 al 1969. A destra della foto, il Conte Vincenzo Vaccarella, membro della Giunta Nazionale dell’UMI e Vicesegretario Nazionale dell’Alleanza Monarchica, membro della Direzione centrale del Partito Liberale Italiano – Presidente Giovanni Malagodi e Segretario Generale Agostino Bignardi. Dietro, l’Avvocato Giuseppe Rossotto commissario straordinario della Casa Editrice Einaudi Anno 2001, sede Nazionale U.M.I. di via Grazioli Lante a Roma, S.A.R. Aimone di Savoia-Aosta con il Conte Vincenzo Vaccarella, Vicepresidente Nazionale dell’UMI. Il Partito Monarchico Popolare è stato un partito politico italiano, fondato il 2 giugno 1954, per iniziativa di Achille Lauro, in seguito ad una scissione all'interno del Partito Nazionale Monarchico (PNM) quando Alfredo Covelli aveva stabilito un’alleanza con il Movimento Sociale Italiano (MSI). Dal 1958 iniziò un progressivo riavvicinamento dei due partiti monarchici, che si concluse nel 1959 con la loro unificazione nel Partito Democratico Italiano (PDI), divenuto poi, nel 1961, Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica (PDIUM). 1973, Cimitero di Orsogna (Chieti): Cappella del Conte Prof. Raffaele Paolucci di Valmaggiore, medaglia di bronzo per i benemeriti della salute pubblica nel 1915; secondo medico sulla nave da battaglia "Emanuele Filiberto" dove cominciò a interessarsi di armi subacquee inventando un ordigno trasportabile a nuoto con facilità; insieme a Raffaele Rossetti, che aveva in quello stesso periodo realizzato un apparecchio in grado di navigare in affioramento con motore ad aria compressa, riuscirono a penetrare, la notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre, dentro Pola, affondando la corazzata "Viribus Unitis". Per tale impresa Paolucci fu decorato con la medaglia d’oro al valore militare. Nel 1938 divenne Direttore della Clinica chirurgica dell’Università di Roma; nel 1953 divenne Senatore nel collegio abruzzese di Lanciano-Vasto con il simbolo di nodo e corona dell’UMI, di cui era Presidente e nel 1958 fu eletto alla Camera dei deputati per il Partito Nazionale Monarchico dal Giugno a Settembre, mese in cui morì. * Nella destra della foto: il Conte Vincenzo Vaccarella, membro della Giunta Nazionale dell’UMI, Consigliere Nazionale e Segretario Regionale per gli Abruzzi del PDIUM; * Al centro: il Generale Giovanni De Lorenzo Capo del Servizio Informazioni Forze Armate SIFAR (1955 – 1962), Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, (1962 – 1965), Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (1966 -1967). Alle elezioni politiche del 19 Maggio del 1968 fu eletto al Parlamento nella Circoscrizione di Roma grazie all’appoggio dei Carabinieri che lo votarono in massa, raggiungendo il quorum che consentì al PDIUM di far entrare in Parlamento 6 Parlamentari monarchici. * Accanto, il Generale Ettore Ricci, Aiutante di campo del Maresciallo d’Italia e Capo di Stato Maggiore Generale Giovanni Messe nella campagna di Russia della Seconda guerra mondiale; Segretario Provinciale della Federazione di Pescara del PDIUM. * A sinistra il Dott. Ugo Di Giandomenico della Federazione Monarchica di Pescara, Sindaco monarchico di Moscufo.
Sassari, 1956: comizio del Conte Vincenzo Vaccarella, Vicesegretario Nazionale del Movimento Giovanile del Partito Monarchico Popolare e Vicefederale di Sassari, per le Elezioni Regionali sarde.