Kang Youwei nacque il 19 marzo 1858 nella provincia del Guangdong, in una
famiglia tradizionale legata al confucianesimo, a cui si dedicò fin da bambino.
La sua educazione fu fortemente improntata alla cultura classica cinese, ma ben
presto cominciò a interessarsi anche al pensiero e ai modelli occidentali.
Durante un viaggio a Hong Kong nel 1879, rimase profondamente colpito
dall’ordine urbano, dalla modernità e dalla struttura amministrativa della città,
comprendendo per la prima volta che le nazioni occidentali non erano i
“barbari” descritti dalla narrativa dominante cinese, bensì civiltà fondate su
leggi e istituzioni solide.
Il suo percorso intellettuale si arricchì ulteriormente durante un passaggio a
Shanghai, dove acquistò numerose opere occidentali che affrontavano tematiche
evoluzionistiche e politiche. Iniziò così a formare un pensiero riformista che
cercava di integrare i valori del confucianesimo con le idee moderne.
Nel 1891 fondò un'accademia privata a Guangzhou, dove formò alcuni dei
futuri protagonisti del pensiero riformista cinese. La sua influenza crebbe e, nel
1895, tentò di intervenire nella scena politica nazionale presentando una
petizione all’Imperatore contro la firma del trattato di Shimonoseki che
segnava una pesante sconfitta per la Cina. Sebbene Kang affermasse che la
petizione fosse stata sostenuta da oltre mille candidati, documenti successivi
indicarono che le firme reali erano molte meno, suggerendo una tendenza
dell’autore a esagerare il proprio ruolo storico.
Nonostante ciò, Kang riuscì a ottenere risultati significativi negli esami
imperiali, entrando a far parte dell’élite burocratica dell’Impero e
guadagnandosi la fiducia dell’Imperatore Guangxu. Fondò riviste e società con
l'obiettivo di promuovere l'istruzione e la modernizzazione. Di fronte alle
crescenti pressioni esterne, come l’occupazione tedesca della regione di
Qingdao, l’imperatore incaricò Kang di elaborare proposte di riforma.
Kang presentò un piano ambizioso ispirato alle riforme del Giappone Meiji e di
Pietro il Grande in Russia. Propose la creazione di un nuovo sistema politico
centralizzato che avrebbe aggirato le tradizionali istituzioni imperiali, puntando
a un’amministrazione più efficiente e moderna. Allo stesso tempo, riteneva che
la popolazione cinese non fosse ancora pronta per un sistema parlamentare e
che l’autorità dell’Imperatore dovesse rimanere assoluta.
Le sue idee portarono all’avvio della cosiddetta "Riforma dei Cento Giorni", un
periodo breve ma intenso di tentativi di modernizzazione, durante il quale
l’Imperatore emanò numerosi editti su suggerimento di Kang. Tuttavia, la
rapidità e la radicalità delle proposte suscitarono la reazione dell’ala
conservatrice della corte, preoccupata per la possibile perdita del controllo
politico.
Un ulteriore fattore di tensione fu il suggerimento, mediato da missionari
occidentali, di affidare all’ex primo ministro giapponese Ito Hirobumi un ruolo
di consigliere nelle riforme cinesi. Questo progetto, che prevedeva una sorta di
alleanza federativa tra Cina, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna, fu visto da
molti come una minaccia alla sovranità cinese. Quando la notizia giunse
all’Imperatrice vedova Cixi, essa intervenne prontamente: rientrò nella Città
Proibita, destituì l’Imperatore e organizzò un colpo di stato che pose fine al
movimento riformista.
Kang fu rimosso dal suo incarico e accusato di aver formato una cricca per fini
personali. Fuggì all'estero per evitare l'arresto, mentre i suoi collaboratori
furono puniti. L’Imperatrice vedova, pur evitando riferimenti espliciti al
coinvolgimento di potenze straniere per non scatenare crisi diplomatiche, prese
il controllo del Governo, segnando il ritorno a una politica più conservatrice.
Dopo il fallimento della Riforma dei Cento Giorni nel 1898, Kang Youwei fu
costretto a fuggire dalla capitale. Il 20 settembre lasciò la sede della gilda del
Guangdong a Pechino e, grazie all’aiuto del missionario britannico Timothy
Richard, riuscì a imbarcarsi per Shanghai, eludendo l’arresto ordinato dalle
autorità Qing. Protetto dall’influenza britannica, si rifugiò infine a Hong Kong e
da lì emigrò in Canada.
Una volta stabilitosi in Nord America, Kang fondò la China Reform Society,
nota anche come Royalist Society, con l’intento di promuovere una Monarchia
costituzionale in Cina e contrastare i movimenti rivoluzionari. L’organizzazione
si diffuse rapidamente nelle comunità cinesi all’estero, aprendo filiali in Asia,
Nord America e Giappone. Attraverso giornali e pubblicazioni, Kang continuò a
diffondere le sue idee riformiste.
Nel 1900 sostenne l’Esercito dell’Autosufficienza, mentre due anni dopo cercò
di rafforzare il partito attraverso iniziative economiche. Per finanziare tali
attività, viaggiò in diversi paesi con comunità cinesi, raccogliendo fondi. Nel
1904 si stabilì su una piccola isola in Svezia, dove visse fino al 1907. Quando
nel 1906 il governo Qing dichiarò l’intenzione di avviare una Monarchia
costituzionale, Kang ritenne conclusa la missione del suo movimento.
Nel 1911, dopo la caduta dell’Impero Qing, Kang fece ritorno in Cina,
stabilendosi a Shanghai. Continuò a difendere i valori tradizionali,
promuovendo il confucianesimo e opponendosi alla nuova repubblica. Cercò in
più occasioni di restaurare la Monarchia, sostenendo la figura del deposto
Imperatore Puyi. Nel 1917, appoggiò un fallito tentativo di restaurazione
organizzato da forze monarchiche, che lo costrinse a rifugiarsi presso
un’ambasciata straniera. Fu successivamente graziato nel 1918.
Negli ultimi anni visse tra Shanghai e Qingdao. Rimase sempre fedele all’ideale
monarchico e al deposto Imperatore, visitandolo anche personalmente dopo la
sua espulsione dalla Città Proibita. Nel 1927, mentre cercava rifugio a Qingdao
per sfuggire ai disordini della Spedizione del Nord, morì improvvisamente dopo
un banchetto.
Le circostanze della sua morte rimasero a lungo avvolte nel mistero. Alcuni
familiari sospettarono un avvelenamento orchestrato da nemici politici, mentre
altri ipotizzarono una semplice intossicazione alimentare. Rimane comunque il
fatto che la sua figura continuò a suscitare dibattito anche dopo la sua
scomparsa, segno della sua rilevanza e controversia nella storia della Cina
moderna.
Foto: httpsydney.edu.auartschineseabouteventsindex.shtmlid=9143
