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Giovanni Verga e “I Malavoglia” nel suo tempo, si può parlare di ecologismo letterario? (Parte prima)

2024-07-29 18:59

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Giovanni Verga e “I Malavoglia” nel suo tempo, si può parlare di ecologismo letterario? (Parte prima)

di Michele D'Ambrosio

di Michele D'Ambrosio



Giovanni Verga, considerato uno tra i principali scrittori veristi italiani, fu l’autore di uno dei capolavori indiscussi della letteratura italiana ottocentesca: I Malavoglia. Romanzo, questo, che, non senza difficoltà, tenta di raccontare la situazione economica e sociale del Mezzogiorno d’Italia, nello specifico della realtà di Aci Trezza (CT), all’indomani dell’Unità Nazionale.



Il Romanzo rientra oggi nel novero dei classici della letteratura italiana1 grazie anche alla popolarità ed alla diffusione che ha avuto negli anni. Le tematiche trattate, infatti, erano comuni a buona parte dell’Italia post unitaria. L’opera trovò spazio in un progetto letterario, curato dall’autore, dedito ad analizzare le conseguenze del progresso nelle diverse classi sociali allora esistenti, questo progetto verrà ricordato come il ciclo dei vinti2. La spinta a migliorare il proprio stato sociale è infatti la molla fatale e distruttiva che porta gli individui a staccarsi dalle proprie radici, dalle proprie tradizioni e dai propri valori di riferimento per avventurarsi su strade sconosciute3.


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Il Ciclo dei Vinti doveva essere impostato, secondo la visione dell’autore, seguendo lo schema di un climax ascendente che partisse dalle vicende delle classi più basse, con bisogni più elementari, ed arrivasse ad analizzare quelle delle classi più elevate, dove le interferenze culturali rendono più artefatte e sfumate le passioni umane. Per realizzare questo progetto, Giovanni Verga ideò la stesura di cinque romanzi4:


  1. I Malavoglia

  2. Mastro Don Gesualdo

  3. La Duchessa di Leyra

  4. L’Onorevole Scipioni

  5. L’uomo di lusso

L’argomento sviluppato nel romanzo I Malavoglia, opera in analisi, venne già anticipato da Verga nella novella Fantasticheria del 18805, in questa novella, infatti, l’autore immagina di accompagnare una sua amica tra la gente di Aci Trezza e le manifesta il proposito di raccontarle, un giorno, delle vicende di uno di quei pescatori lì presenti e del suo dramma conseguente all’abbandono del paese per ‹‹vaghezza dell’ignoto, o per brama di meglio››. Proprio la ‹‹brama di meglio›› citata nella novella sarà il fulcro che animerà il romanzo che vede come protagonista la famiglia Toscano e le sue vicende. Così come l’idea di un ciclo di romanzi venne progettata da Verga in seguito alla lettura del ciclo dei Rougon - Macquart del naturalista francese Emile Zola, il tema della sconfitta dei più umili e dei più deboli nella lotta per migliorare la propria vita e la propria condizione è basato sulla tematica darwinista della lotta per la sopravvivenza ed è legata alla visione positivista di quel tempo.




1 Con il termine classico non si intende un riferimento alla classicità della Grecia antica o della Roma antica, ma alla diffusione che ebbe, a partire dai programmi scolastici, a livello nazionale l’opera.


2 Inizialmente questo progetto doveva portare il titolo di La Marea, questo per richiamare l’onda del progresso che travolge la società in maniera indistinta.


3 E’ l’ideale dell’ostrica esposto nella novella Fantasticheria: come l’ostrica staccata dallo scoglio in cui la natura l’ha chiamata a vivere è destinata a morire, così l’uomo che rinuncia alle proprie radici per star meglio sarà destinato a piegare il capo sotto l’incalzare dei più forti di domani.


4 Di questi cinque romanzi, solo i primi due videro la luce, alcuni capitoli del terzo romanzo vennero pubblicati postumi da Federico De Roberto.


5 Novella contenuta nell’opera Vita dei campi